Lo IARC (International Agency for Research on Cancer) ha aggiornato la classificazione dei fumi di saldatura da Gruppo 2B “possibili cancerogeni per l’uomo” (IARC 49, 1990) a Gruppo 1 “cancerogeni per l’uomo” (IARC 118, 2018).
Prima della pubblicazione IARC 2018 (IARC Monograph 118) era stato ipotizzato che il rischio cancerogeno fosse circoscritto alla sola saldatura di acciaio inossidabile per il contenuto in cromo e nickel, noti cancerogeni polmonari.
Con la IARC Monograph 118 del 2018, i ricercatori hanno analizzato la letteratura medica esistente e hanno concluso che esistono prove sufficienti della carcinogenicità dei fumi di saldatura.
Le stesse conclusioni accompagnano anche le radiazioni ultraviolette emesse nel processo di saldatura, già di per sè classe 1 (IARC Monograph 100D) poiché sono la causa di melanoma oculare.
Nonostante la normativa italiana non abbia ancora classificato i fumi di saldatura come cancerogeni, si rileva che:
- lo IARC è una voce autorevole, anche se non citato dalla legge;
- il D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. considera come cancerogeni il cromo VI e il nichel, che possono essere presenti nei fumi di saldatura in percentuale variabili a seconda del tipo di saldatura e dei materiali utilizzati e non solo esclusivamente nella saldatura di acciaio inossidabile.
In base a quanto detto, si invitano tutte le aziende che hanno lavoratori che effettuano operazioni di saldatura (di qualunque tipo, per qualunque durata temporale e per qualunque frequenza) a valutare attentamente la tematica esposta, con il coinvolgimento di tutte le figure del Servizio di Prevenzione e Protezione (Datore di Lavoro, RSPP, Medico Competente, RLS).
La valutazione dovrà riguardare almeno i seguenti aspetti:
- analisi qualitativa dei materiali coinvolti nel processo di saldatura
- effettuazione di campionamenti mirati volti ad accertare l’effettiva esposizione dei lavoratori (almeno a cromo VI, nichel, polveri/fumi, etc..)
- definizione degli opportuni DPI
- eventuale necessità di iscrivere i lavoratori nel Registro esposti ad agenti cancerogeni.
Rimaniamo a disposizione per ulteriori chiarimenti